CASTAGNA


C’è un frutto rotondetto,
di farina ne ha un sacchetto:
se lo mangi non si lagna,
questo frutto è la castagna.


Castagne mature nel riccio
La castagna in acqua cotta
prende il nome di ballotta.


Arrostita e profumata
prende il nome di bruciata.


Se la macino è farina:
dolce, fina, leggerina:
se la impasto che ne faccio?


Un fragrante castagnaccio.

La castagna NON è un seme ok? La castagna è un frutto, lo dice anche la poesia!


Hoffy's North American pomologist (Plate) (6048896017).jpgUn po' di botanica

La castagna è il frutto del castagno e si sviluppa dai fiori femminili racchiusi da una cupola che poi si trasforma nello spinoso riccio. La castagna ha pericarpo liscio e coriaceo di colore bruno scuro, all'apice è presente la cosiddetta torcia mentre alla base è presente una cicatrice chiara chiamata ilo. Se togliamo il pericarpo troviamo l' episperma che è quella pellicina pelosetta che ricopre il seme, la parte che noi mangiamo.


Un po' di storia

Marchand de marrons (Lisbonne).jpg
Venditore di caldarroste - Lisbona - Primo '900
La castagna è conosciuta sin dall'antichità, definita molte volte come un tipo di noce (noce piatta, noce nuda ecc.) o come una ghianda (ghianda di Giove) è solo intorno al I sec. a.C. che si inizia ad utilizzare il termine "castanea".
Con il boom demografico del 1100 la coltivazione del castagno aumentò notevolmente tanto che molte Comunità cominciarono a preoccuparsi di regolamentare la gestione dei boschi e dei castagneti.
Nel Medioevo le castagne acquistano molta popolarità anche grazie agli elogi riportati da molti autori del tempo.
Tra il 1300 e il 1400 con l'aumento di guerre e carestie si diffonde l'uso della farina di castagne sia per compensare la mancanza di cereali sia perché le castagne potevano essere macinate anche in casa evitando il pagamento delle tasse.
Caldarroste (piatto tipico di Valle Castellana).jpg
Caldarroste: molto apprezzate nel periodo autunnale,
specialmente se accompagnato da un buon bicchiere di vino
Tra il 1500 e il 1800 la coltivazione del castagno aumentò sempre di più e l'esportazione delle castagne rivestì un ruolo sempre maggiore nell'economia di quei territori.La castanicoltura entra in crisi con l'avanzare del '900 sia per le mutate abitudini alimentari sia per lo spopolamento di quelle zone votate a questo tipo di coltura; dalle montagne, infatti, la popolazione si trasferisce nelle città in cerca di migliori condizioni economiche, la gente cerca lavoro nelle fabbriche e l'agricoltura ne risente pesantemente.

Entriamo in cucina

Marrons glacés
La castagna fresca ha un contenuto d'acqua del 50% circa, un contenuto calorico di 200 kcal ogni 100 g , un buon contenuto di fibra di circa l'8%, un eccellente apporto di glucidi, una bassa percentuale di grassi (3 g/1 hg), un'alta percentuale di potassio, diversi sali minerali e varie vitamine idrosolubili.
Chiamata anche "il pane dei poveri" può essere consumata in diversi modi: lessa, macinata come farina, arrostita sulle braci ecc; la castagna ricorda subito l'autunno, la terra, la nebbia e il bosco.
Le note di terra la rendono un ottimo abbinamento per altri alimenti autunnali come la zucca, la selvaggina, i funghi; la sua dolcezza entra in perfetta sintonia con alimenti affumicati. 
Macinate danno una farina che può essere usate per fare pane, dolci rustici o pasta fresca.

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