UN RICORDO
I viaggi nel tempo sono possibili!
No, non ho scoperto formule o macchine fantascientifiche per poter fare un salto nel passato, ho semplicemente aperto un libro e cucinato un piatto.
Panorama di Borno |
Ci sono luoghi, sapori, profumi e musiche che mi fanno tornare nel passato, a voi non accade?
L'altro giorno, sistemando l'enorme libreria di casa, mi è capitato per caso tra le mani un vecchio libro acquistato in una libreria a Borno parecchie estati fa, nel 1992 per la precisione. Il libro, edito dalla Pro Loco di Breno, è dedicato alla cucina camuna (tant'è che il titolo è appunto "Cucina Camuna"). Il libro è stato scritto da Giacomo Ducoli (Fio), è corredato dalle tavole di Giancarlo Zerla (http://www.zerla.it/) ed ha delle belle poesie in dialetto scritte da Silvano Ballardini.
Borno e la Valle Camonica sono nel mio cuore perché è in quei luoghi che ho passato le estati della mia infanzia; quando leggo il nome dei paesi la mente torna al passato e li sento familiari, vicini, tanto vicini da scaldarmi il cuore.
L'Albergo Belvedere, rifugio di molte estati |
Ogni agosto si ripeteva lo stesso rito che iniziava sempre con la preparazione dei bagagli e la casa messa sottosopra dalla preparazione. La sera prima della partenza, a bagagli pronti e caricati in auto, si passava a salutare la Nonna Rosina e il Nonno Luigi e si andava a cena dalla Nonna Rosa e dal Nonno Carlo perché il nostro frigo era spento e sbrinato e il cibo in casa era assente causa imminente partenza.
La mattina successiva ci si infilava in macchina di buonora e si partiva, sentivi cambiare l'aria e ti sentivi lontanissimo da casa una volta in vista del Lago d'Iseo. Anni fa eri obbligato a passare ogni singolo paese del lungolago ed era veramente un bel viaggio, vedevi le ville affacciate sullo specchio d'acqua e i paesini con la loro sonnolenta vita.
A Malegno iniziava la salita, quella salita che mi fece star male parecchie volte, ma poco importava, ormai eravamo a Borno e ti sentivi leggero, lontano anni luce da casa ma accolto come se fossi a casa sia dai soliti avventori dell'albergo che dai proprietari, amici di famiglia di lunga data. La prima cosa dopo i saluti? Mi facevo fare un panino al prosciutto crudo! Sono convinto ancor oggi che quello fosse il miglior crudo che io abbia mai mangiato.
Il soggiorno a Borno trascorreva tra i giochi a carte, le passeggiate nei boschi, le camminate che avevano come meta una fonte, la famigerata salita al Lago di Lova, i pranzi e le cene cucinate dalla Signora Domenica e le serate trascorse nella Piazza Umberto I con la sua bella fontana.
La piazza e la fontana |
C'erano delle tappe irrinunciabili durante la vacanza: comprare le Spongade dal panettiere, andare al pattinaggio per sbucciarsi le ginocchia, comprare i soldatini all'edicola e bere acqua gelata alle varie fontane.
C'era anche un'altra cosa che ricordo vividamente: i sapori dei piatti di montagna! Casoncelli, salmì, polenta, coniglio, minestre d'orzo, i malfatti e gli gnocchi di pane!
Dopo due settimane si rifacevano i bagagli, si compravano i funghi (sia freschi che secchi), si passava a ritirare il pane di montagna e le spongade e si ripartiva, salutavi tutti e guardavi l'Altopiano del Sole allontanarsi guardando dal lunotto e pensavi: "Ci vediamo l'anno prossimo!"
Clicca QUI per la ricetta della Spongada
Clicca QUI per la ricetta del Salame di Borno
Clicca QUI per la ricetta della Spongada
Clicca QUI per la ricetta del Salame di Borno
Commenti
Posta un commento