BUONA PASQUA
Eh si, ormai siamo nel pieno della Settimana Santa e tra pochi giorni sarà Pasqua.
Le festività natalizie sono ormai un lontano ricordo, così come i pranzi e le cene luculliane di quel periodo. Pasqua e la primavera sono linee di demarcazione: molti di voi dopo Pasquetta inizieranno la rigida dieta per prepararsi alla tanto attesa prova costume. Per me non è così! Per me la primavera è il segnale di un ritorno alla cucina (concedetemi il termine) “fresca”. L’orto inizia a dare i suoi frutti migliori, proprio l’altro giorno ho mangiato la barba di frate e le puntarelle! La Pasqua è, quindi, l’ultima occasione per vedere sulle nostre tavole cibi ricchi e non propriamente “leggeri”.
In questo post voglio darvi informazioni su alcuni piatti tipici delle feste pasquali: la torta Pasqualina, il Casatiello, la Pastiera e la Colomba.
TORTA PASQUALINA (clicca qui per la ricetta)
La torta pasqualina è una preparazione salata di origini liguri, in particolare della zona di Genova.
La versione tradizionale è preparata soprattutto nel periodo di Pasqua, non c’è bisogno di dire, quindi, che i suoi ingredienti riflettono la stagione primaverile (erbette, carciofi, piselli, cipolline novelle, maggiorana).
Altro motivo per cui rappresenta la Pasqua è dovuto al fatto che gli ingredienti ricchi come uova e formaggio si potevano consumare sono nelle occasioni particolari, erano rinvenibili solo sulla tavola della festa.
Si ha notizia della Pasqualina già nel XVI secolo per opera di Ortensio Lando che nella metà del ‘500 scrive il “Catalogo delli inventori delle cose che si mangiano et si bevano”.
Le varianti della Pasqualina sono dovute ai periodi in cui viene preparata, troveremo quindi nel ripieno, per esempio, le bietole anziché i carciofi.
CASATIELLO (clicca qui per la ricetta)
Tipico della tavola Pasquale napoletana, il casatiello è una preparazione di cui si ha notizia già nel 1600, ne è testimonianza una citazione tratta da “La gatta Cenerentola” di Giambattista Basile nel punto in cui descrive i festeggiamenti e il banchetto dati dal re per ritrovare la fanciulla che aveva perso la scarpetta.
Il termine Casatiello si fa derivare dal termine dialettale utilizzato per indicare il formaggio che, tra gli altri, è uno degli ingredienti principali del piatto.
Il casatiello, come ho detto, è tipico della tavola pasquale, esiste tuttavia un piatto simile che però viene consumato tutto l'anno: il tortano.
Ulteriore differenza tra i due è anche nell’uso delle uova: nel tortano, le uova, dopo essere state rassodate e sgusciate, sono posizionate all’interno dell’impasto. Mentre nel casatiello vengono posizionate intere, crude e con il guscio, e vengono cotte insieme al rustico. Le uova sono parzialmente sporgenti e ben visibili sul casatiello, spesso ricoperte da una sottile croce di impasto per richiamare la Pasqua.
PASTIERA (clicca qui per la ricetta)
Delle origini di questa preparazione le notizie certe non esistono o sono frammentarie e sconfinano nell’ipotesi e nella leggenda.
La leggenda racconta che la sirena Partenope, avesse dimora nel golfo compreso tra Posillipo e il Vesuvio e dalle cui acque, ogni primavera, emergesse per donare un saluto alle popolazioni che qui abitavano donando loro dei sublimi canti. Vi fu una volta, in particolare, che la sua voce fu talmente melodiosa da incantare tutti gli abitanti che, recatisi al mare, come gesto di gratitudine per quel canto soave, fecero dono alla sirena di sette doni della natura, portati da sette splendide fanciulle: la farina, la ricotta, le uova, il grano, le spezie, l’acqua di fiori d’arancio e lo zucchero. La sirena prese i doni e li portò dagli deiche, mescolando con la loro sapienza gli ingredienti, crearono la prima pastiera.
Molto probabilmente la leggenda è connessa al culto di Cerere le cui sacerdotesse portavano in processione l’uovo quale simbolo di rinascita. La ricetta della pastiera come la conosciamo oggi fu poi rielaborata nei complessi conventuali, in particolare divenne famosa la preparazione ad opera delle suore di San Gregorio Armeno.
La pastiera è una frolla ripiena con un impasto a base di ricotta, canditi, zucchero, uova, grano cotto nel latte e aromi.
COLOMBA PASQUALE (clicca qui per la ricetta)
L’invenzione della colomba si deve a Dino Villani, direttore del reparto pubblicitario della Motta (per chi non lo sapesse è la ditta Milanese celebre per i suoi panettoni). Villani, intorno al 1930, per poter ammortizzare al meglio i macchinari usati per la produzione dei panettoni, sviluppò un dolce simile nell’impasto al panettone ma con una forma adatta alle festività pasquali. La forma, il sapore e la consistenza di questo dolce penso sia ormai nota a tutti.
Naturalmente, anche se di recente invenzione, non mancano leggende legate a questo dolce. Ve ne sono di diverse: una prima leggenda narra che venne offerto un pane dolce a forma di colomba quale simbolo di pace al re longobardo Alboino, durante l’assedio di Pavia nel VI secolo.
La seconda leggenda è legata alla regina Teodolinda e a San Colombano. Si narra che al suo arrivo in città venne offerto al Santo Irlandese un ricco banchetto su richiesta della regina Teodolinda. Essendo però periodo quaresimale San Colombano inizialmente rifiutò tutto quel cibo perché la Quaresima (come sappiamo) è periodo di penitenza e digiuno. La regina si indispettì per quel rifiuto e il santo, noto anche per le sue doti diplomatiche, risolse il problema acconsentendo di consumare il cibo solo dopo averlo benedetto. San Colombano alzò le mani in segno di benedizione e le portate si trasformarono in candidi pani a forma di colomba. La regina rimase stupita e comprese di aver davanti un vero Santo tanto che donò il territorio di Bobbio all’ordine che successivamente vi costruì la famosa Abbazia.
Ecco fatto, nei prossimi post, naturalmente, vi fornirò le ricette di queste deliziose preparazione, perciò restate collegati!!!!
A presto
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